Comunicato della Presidente del Comitato "Riapriteci le Terme di Carignano"
Trovo personalmente utile fare alcune riflessioni sul progetto del Gruppo Romani sulle Terme di Carignano ormai a due anni dall'acquisto.
Per esperienza diretta visto che ci ho lavorato, posso testimoniare che le Terme di Carignano come le abbiamo vissute all'epoca, oggi non sarebbero più economicamente sostenibili.
Pertanto, anche se come è già stato assicurato dalla proprietà continueranno ad esistere tutte le cure termali e la possibilità di accesso al Parco, la differenza sotto il profilo della sostenibilità economica si concretizzerà con il prestigio dell'albergo con la SPA (cioè con un centro benessere di alto livello): fin qua, tutto bene.
Sappiamo che ci saranno sicuramente da superare degli scogli per la realizzazione del progetto iniziando dall'urbanistica, dalla viabilità, dalla Soprintendenza e dalle esondazioni del Bevano che nel 2014 determinarono il collasso delle Terme e portarono alla chiusura totale della struttura a cui nel frattempo erano sopraggiunti anche problemi dovuti ai tagli statali sulle convenzioni delle cure termali, aumenti del ticket, tetti di spesa ed una riduzione sulle agevolazioni di cui beneficiavano le forze dell'ordine.
Valutazioni che probabilmente le istituzioni preposte e la nuova proprietà stiano già affrontando per trovare soluzioni, visto anche l'apporto in termini di occupazione e di rilancio del nostro territorio da un lato e l'interesse economico dall'altro.
Non c'è dubbio che essendo di fronte ad imprenditori del settore salute, ci sia anche un forte interesse per la costruzione di una clinica e quindi aumenta il sospetto che la clinica stessa costituisca il nodo centrale di tutta questa complicata vicenda.
Se questo è, mi chiedo e vi chiedo: ma a chi darebbe fastidio una nuova clinica?
Penso che ai cittadini fanesi potrebbe invece risultare piuttosto utile avere una struttura in più, in modo che ciascuno liberamente potrà avvalersi o meno dei servizi proposti e della clinica che preferisce e lo stesso identico ragionamento può valere pure per tutti i cittadini della provincia a cominciare dal Comune di Pesaro, che proprio con la nuova clinica confina.
Ricordo che la nuova proprietà propose agli inizi di far sorgere a Carignano una clinica estetica, ma in seguito il suo interesse sembrò aver preso la via dei famosi cinquanta "posti letto" di ortopedia destinati a Chiaruccia.
I dubbi sorti sono stati però fugati dall'Avvocato Natali in mia presenza attraverso una intervista radiofonica, dove ha smentito le varie dicerie e anzi ha auspicato che quei posti letto fossero assegnati al nostro Ospedale Santa Croce, pur rendendosi disponibile ad effettuare la riabilitazione con le preziose acque termali di Carignano.
Queste però sono state le ultime parole da parte della proprietà, che ormai tace da mesi.
Guardando però la realtà dei fatti e riflettendo sul Piano Socio Sanitario appena varato dalla Regione, nulla è scritto circa i posti letto in questione.
Viene spontaneo domandarsi: perché la Regione, con il nuovo Piano appena approvato, non li abbia assegnati al Santa Croce?
Eppure mi risulta, dalle dichiarazioni degli esponenti politici del territorio, che fossero tutti d'accordo per la destinazione dei famosi posti letto di ortopedia all'Ospedale Santa Croce ma ad oggi, come direbbe il sommo Poeta, questi posti sono ancora "tra color che son sospesi" (concedetemi la licenza poetica trattandosi di posti letto e non di anime).
Mi auguro di sbagliarmi e spero che a questa domanda giunga presto un riscontro positivo con atti concreti utili se non altro, ad offrire ai cittadini della provincia una risposta ad un bisogno che viene soddisfatto in altre regioni, ma con costi esorbitanti a carico della Regione Marche.
A mio avviso, togliere dalla discussione quei posti letto sarebbe risultato strategico e provo ad argomentare il mio convincimento dicendo che assegnare quei posti letto al Santa Croce avrebbe fatto chiarezza e posto la nuova proprietà con le spalle al muro, non vi pare?
E allora ciò che colpisce ancora di più oggi, è che non venga posto ancora rimedio diciamo "alla distrazione" nella redazione del Piano socio sanitario.
Quei posti sono necessari nel nostro territorio, li vogliamo a Fano e sottolineo Fano, non a Pesaro: ottenerli nella nostra città con destinazione ortopedica e avere la possibilità di una terapia riabilitativa in acqua termale è quanto di meglio possa esserci per una presta guarigione, come dimostrato lo scorso anno durante il convegno sulle Terme di Carignano dove l'emerito Professor Franco Canestrari aveva ben illustrato le eccellenti qualità rigenerative delle acque termali.
Ora ciò che ci si aspetta è di avere delucidazioni da chi di competenza e che vengano prese decisioni tali da permettere quanto prima di dare un avvio definitivo ai lavori di ricostruzione delle Terme di Carignano, con conseguente riqualificazione del territorio attiguo.
Beatrice Morbidoni
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Formella a decorazione della Palazzina (foto di Pier Roberto Renzi dal gruppo FB - gennaio 2023) |