Condizioni di vita delle lavandaie di Fano (1841)
Attraverso la commovente richiesta di ripristino del lavatoio lungo il canale del porto, rivolta al Gonfaloniere tramite il Parroco della Chiesa di Santa Maria del Porto, possiamo farci un'idea delle condizioni di vita della gente del porto nei tempi passati:
"Le lavandaje della Parrochia di S. Maria del Porto fuori di Porta Giulia umilmente implorano dall'Eccellenza Vostra il ripristinamento dell'antico loro lavatojo situato lungo il canale di questo Porto, che da tanto tempo si è reso del tutto inservibile; e ciò tanto tanto calorosamente supplicano quelle numerose famiglie di professione lavandaje che potendosi servire del medesimo ritrarrebbero un maggior vantaggio a sostentamento delle loro misarabili famiglie, ed anche a scanso di molte malattie che nella stagione d'inverno incontrano per essere costrette lavare nella corrente della Liscia.
Di tanto sperano.
Fano il 19 agosto 1841.
Attesta il sottoscritto Parroco di Santa Maria del Porto di Fano la verità dell'esposto delle suddette miserabili famiglie lavandaje"
Il progetto viene affidato all'ingegnere comunale Filippo Morolli, che annota:
"il vecchio lavatoio manca il muro di cinta, il quale circoscrive il Baccino in cui lavano i panni, come viene marcato in pianta con colore rosso"
"Pianta dimostrante il Pubblico Lavatojo fuori di Porta Giulia" (Filippo Morolli, 1841) |
La scomparsa Chiesa della Madonna del Porto era ubicata vicino al Molino del Gesso, indicati rispettivamente con il numero 9 e 10, nella "Pianta dimostrativa del Porto di Fano" del 1790, attribuita al cartografo Salvatore Piccioli.
Particolare della mappa del Porto di Fano (attribuita a Salvatore Piccioli, 1790) |
Bibliografia
- Fano: fonte e lavatoio lungo il porto-canale (scomparsi), L. Poggiani e P. Volpini
- "Le fontane di Fano" pagg.104-106, Luciano De Sanctis, 2006
- "Fano: immagini dal porto", a cura di Aldo Deli, 1993