Dott. Pinzani Enrico, Ufficiale Sanitario del Comune di Fano, 1923
- Le sorgenti minerali di Carignano Marche
- Cenni storici
- Esami chimici e batteriologici
- Allacciamento delle sorgenti e denominazione delle acque
- Esame chimico e batteriologico definitivo
- Considerazioni e conclusioni
Le sorgenti minerali di Carignano Marche
Le sorgenti minerali di Carignano, situate nel Comune di Fano, a sud-ovest della città e a Km. 10 circa da essa, su di amena collina a m. 60 circa sul livello del mare, pullulano da terreno pliocenico, che in questa zona si protende fino all'Adriatico, salvo i solchi ricoperti dal quaternario, per l'erosione prima e le deposizioni poi, dovute ai fiumi ed ai torrenti, i quali discendono dai monti e dai colli, che fiancheggiano il mare. Dette fonti, costituite da vene idriche salienti, si trovano lungo l'incisione del torrente Bevano, cui devesi l'aver messo a giorno gli sbocchi delle vene. Queste infatti, pure essendo dotate di un certo grado di artesianità, non presentano tale carico piezometrico da potersi elevare oltre un metro, salvo eccezioni, al di sopra del letto del torrente, che in corrispondenza delle polle ha scavato nel terreno argilloso un solco ristretto e profondo.
Cenni storici
La virtù terapeutica delle fonti minerali di Carignano è conosciuta da tempo. E di fatti nel giornale «Il Raccoglitore Medico» di Fano dell'anno 1853 (Anno XVI - Serie 2a - Volume VIII) a pag. 31 si fa menzione di ricerche fisico-chimiche sull'acqua salino iodica del Tufo nel territorio fanese per Tommaso Zambonini, ed è detto:
«Fra i molti benefici che la natura volle prodigati nel territorio fanese sono da annoverarsi ancora varie sorgenti di acque minerali, le quali scaturiscono in una piccola vallata nella Parrocchia di Carignano. Sebbene da lungo tempo scoperte queste acque medicinali, è a dolersi che siano state sempre trascurate e non siasi cercato anche fra noi di trarre profitto da un presidio curativo, che la natura sembra aver cotanto diffuso sulla superficie del nostro globo, perché se ne giovassero gli uomini in vantaggio della loro salute. L'amore indefesso alla scienza e il desiderio di giovare al suo simile mossero il valente chimico farmacista Sig. Tommaso Zambonini, esercente in questa città, ad istituire delle ricerche analitiche su una di dette sorgenti, che dalla specie del terreno, donde scaturisce, fu detta del Tufo. E il risultato delle sue indagini egli ha voluto rendere di pubblico diritto, non già per basse mire di ambizione, ma solo per chiamare gli scienziati in testimonio del suo operato».
("Il Raccoglitore Medico" periodico di informazione medica fondato da Luigi Malagodi nel 1838)
Ed in questa recensione bibliografica si riportano i caratteri fisici di quest'acqua e le conclusioni delle ricerche qualitative e quantitative delle sostanze fisse, le quali ricerche mettono in evidenza che nell'acqua Tufo (corrispondente al tipo purgativo forte di oggi) non esistono basi libere, e fra i sali che sogliono rinvenirsi nelle acque minerali non contiene quelli a base di allumina, di ammoniaca e di ossido di ferro; ma bensì quelle a base di soda, di calce, di magnesia, e forse, sebbene in piccolissima quantità, quelli di potassa. Manca la presenza degli acidi liberi gassosi, e fra i fissi il solo acido silicico in tenue quantità. In combinazione alle basi vi è soltanto l'acido cloro-iodico, iodo-idrico e forse bromo-idrico allo stato di cloruri, ioduri, bromuri, mentre non si rinvengono carbonati, solfati, solfo-idrati e nitrati.
E dell'azione terapeutica delle acque di Carignano è notorio si siano occupati il Malagodi, celebre chirurgo di Fano, e poi il Blessich ed altri, senza però che nessuno di essi abbia lasciata qualche memoria. Pur nondimeno le fonti di Carignano sono state sempre riconosciute anche dal popolo di due tipi diversi: di un tipo cioè di acqua purgativa e di un tipo di acqua potabile detta passante; ed il popolo ogni anno nell'estate affluiva a tali sorgenti per le cure (fatte in modo empirico) delle più svariate malattie del tubo digerente.
Esami chimici e batteriologici
E le cose andarono così fino al 1914, quando cioè, per cura del proprietario del terreno, in cui scaturiscono tali acque, Sig. Cav. Antonio Bargnesi, furono inviati per esame campioni al Prof. Sen. Pietro Albertoni, Direttore dell'Istituto di Fisiologia della R. Università di Bologna. Da un primo esame chimico sommario risultò quanto segue:
«L'acqua purgativa contiene gr. 62,96 di sali per litro, costituiti quasi per intiero da cloruri alcalini o terrosi. Contiene gr. 7,022 di cloruro di calcio e gr. 3,84 di cloruro di magnesio: il rimanente, cioè in massima parte, cloruro di sodio ed altri cloruri alcalini e traccie di ferro, che si deposita al fondo della bottiglia. Quest'acqua per la quantità e la miscela dei cloruri supera le migliori di Montecatini».
«L'altra acqua passante è pure un'acqua clorurata debole con manifesta reazione della calce e traccie di magnesia».
E conclude l'Albertoni nella sua relazione, che queste acque meritano la maggiore attenzione; ma che naturalmente occorreva prima un diligente esame scientifico pratico.
Nel Dicembre 1914 e nel Marzo 1915 fu praticato un nuovo esame chimico dal Gabinetto di analisi del Manicomio di S. Maria della Pietà in Roma su campioni di acqua presi dalle varie polle di scaturigine e fu contemporaneamente nel Marzo 1915 praticato un primo esame batteriologico delle acque stesse.
Da questi esami è risultato, che le acque di Carignano sono di diversi tipi con composizione chimica e conseguente applicazione terapeutica differente e cioè:
1°: un tipo a forte mineralizzazione, salso iodica, ottima per bagni;
2°: tipi di acque a contenuto in massima parte di cloruro di sodio, con traccie di carbonati, ferro, silice, ed alcune anche di iodio e di allumina, ad azione leggermente purgativa;
3°: tipi a bassa mineralizzazione costituiti quasi completamente da cloruro di sodio con traccie di solfito di magnesia e di calcio e traccie di carbonati, silice, ferro e allumina e che possono servire come acqua da tavola.
Quanto al contenuto in germi in nessuna delle acque esaminate furono riscontrate all'esame batteriologico colonie sospette; e tale esame portò alla prova sicura che per il numero di germi e per il numero della specie in esse contenute e per l'assenza di germi sospetti tali acque debbono ritenersi potabili dal punto di vista igienico.
Nel Luglio 1917 fu praticato un nuovo esame chimico dal Sen. Prof. Pietro Albertoni in Bologna su 12 campioni di acqua prelevati dalle diverse polle, e da questo esame è risultato che le sorgenti si possono dividere in tre gruppi:
1° gruppo: ad alta mineralizzazione con un residuo solido di gr. 56,48 per litro, composto in gran parte di cloruro di sodio, con circa gr. 7‰ di cloruro di calcio e gr. 3‰ di cloruro di magnesia e traccie abbondanti di ioduro di sodio. L'acqua di questo gruppo si assomiglia a quella di Salsomaggiore, e, attesa l'alta mineralizzazione, servirebbe più per bagni, che per bibite;
2° gruppo: con peso specifico medio di 1,0071 e con residuo solido di gr. 9,80 per litro costituito specialmente da cloruro di sodio. Quest'acqua è quella che si avvicina di più a quelle di Montecatini; e cioè alle fonti Regina, Olivo e Bagno Regio;
3° gruppo: a bassa mineralizzazione con peso specifico di 1,0004 e con residuo solido di gr. 0,324 per litro. Sono acque potabili, che possono servire come da tavola o ad azione diuretica.
La relazione conclude che in complesso le acque di Carignano meritano molta considerazione per la composizione, varietà e gli effetti già veduti in sito.
Allacciamento delle sorgenti e denominazione delle acque
Nell'Ottobre del 1921 si è costituita una Società Anonima per la valorizzazione delle sorgenti, ed attenendosi ai dati sopra esposti fu fatta la captazione delle singole vene lungo il Bevano mediante tubi di cemento armato affondati nelle argille in guisa da ottenere che per essi tubi le polle si elevassero e che fosse loro preclusa ogni altra via di uscita con espedienti pratici di difesa. Le polle costituenti l'acqua diuretica a tipo potabile, situate un poco a monte delle polle minerali sulla destra del torrente sono state raccolte mediante una galleria addossata all'unghia dell'argine dal quale emergono, fatta con ogni cura e ben difesa. Tutte le acque poi sono state condottate in appositi serbatoi di cemento, costruiti a regola d'arte e interrati, dai quali vengono attinte per gli usi terapeutici prescritti, e distinte con i nomi di Sorgente Bevana il tipo dell'acqua salina forte; Sorgente Angiolella il tipo dell'acqua salina purgativa; e Sorgente Orianna il tipo di acqua da tavola, nomi desunti dal torrente vicino e da personaggi storici della famiglia da Carignano, ricordata anche dalla Divina Commedia.
Esiste pure un tipo di acqua solforosa, che contiene anche cospicue quantità di ioduri e bromuri nominata Sorgente Teresina.
Tutti i lavori furono compiuti sotto la direzione del Prof. Comm. Gustavo Gasperini, Ufficiale Sanitario del Comune di Firenze, coadiuvato dal Dott. Archelao Grimaldi del Consiglio di Amministrazione della Società, dal Cav. Bargnesi e dall'Ing. fanese Cav. Uff. Cesare Selvelli, Capo dell'Ufficio Tecnico del Comune di Ferrara.
Esame chimico e batteriologico definitivo
Sistemate così le varie sorgenti, si sono potuti prelevare alle cannelle di erogazione i campioni per gli esami chimici e batteriologici definitivi; ciò che fu fatto il 15 Ottobre 1922, per opera dello stesso Prof. Gasperini. Gli esami chimici furono eseguiti nel laboratorio chimico municipale di Firenze, e quello batteriologico nel laboratorio di batteriologia e di micrografia del Comune di Firenze.
I risultati furono i seguenti:
a) Fonte Bevana
- Residuo fisso e costanti chimico-fisiche
- Sostanze componenti il residuo di un litro di acqua "Bevana" espresse in metalli e residui alogenici
- Sostanze disciolte in un litro di acqua "Bevana" espresse in ioni
[omissis]
b) Fonte Angiolella
- Residuo fisso e costanti chimico-fisiche
- Sostanze componenti il residuo di un litro di acqua "Angiolella" espresse in metalli e residui alogenici
- Sostanze disciolte in un litro di acqua "Angiolella" espresse in ioni
[omissis]
c) Fonte Orianna
- Caratteri fisici organolettici
L'acqua è perfettamente incolore, limpidissima, trasparente ed ha sapore gradevolissimo.
- Ricerche chimiche a scopo igienico
- Residuo fisso ed alcalinità
- Dati chimico fisici
- Sostanze componenti il residuo di un litro di acqua "Orianna" espresse in metalli e residui alogenici
- Sostanze disciolte in un litro di acqua "Orianna" espresse in ioni
- Sostanze disciolte in un litro di acqua espresse in millim. e milligr. equiv. dedotti dall'analisi
[omissis]
Bevana | Angiolella | Orianna | |
Sodio | 18,6420 | 9,3468 | 0,0203 |
Potassio | 0,1525 | 0,0813 | 0,0003 |
Litio | tracce | 0,0076 | tracce |
Calcio | 1,9205 | 1,1320 | 0,0876 |
Magnesio | 0,8650 | 0,4735 | 0,0235 |
Bario | 0,0602 | 0,0256 | - |
Stronzio | 0,1290 | 0,0686 | - |
Cloro | 34,7000 | 17,6050 | 0,0336 |
Bromo | 0,1102 | 0,0602 | - |
Iodio | 0,0046 | 0,0020 | - |
Residuo solforico | tracce | 0,0520 | 0,0227 |
Residuo carb. comb. | 0,2002 | 0,2551 | 0,1731 |
Residuo borico | 0,0127 | 0,0069 | - |
Residuo silicico | 0,0352 | 0,0377 | 0,0142 |
Sost. varie per differenza | 0,0938 | 0,0592 | 0,0020 |
Residuo fisso | 56,9259 | 29,2096 | 0,3772 |
Peso specifico | 1,0409 | 1,0226 | 1,0006 |
Questi esami chimici collimano pienamente con vari gruppi di acque già distinti dall'Albertoni nell'esame del 1917.
Dal referto dell'esame batteriologico stralciamo quanto segue:
«Il Bacterium coli è indubbiamente assente nelle tre acque esaminate, nella sorgente Orianna si poterono numerare fino a 20-30 colonie liquefacenti di una sola specie, nonché 180 a 200 colonie puntiformi di due specie non liquefacenti, abituali in questo tipo di acque. Nella sorgente Bevana 20 colonie per cmc. di due specie liquefacenti e 50-60 colonie non fluidificanti di due specie. Nella sorgente Angiolella 80-90 colonie fluidificanti di due specie abituali e 200 a 250 colonie non fluidificanti di due specie pure abituali.
I reperti quantitativi si presentano dunque generalmente elevati, mentre dal punto di vista della specie non è sostenibile alcuna preoccupazione per l'assoluta mancanza di colonie del coli-gruppo e di quelle stesse, che per lo svolgere di cattivi odori e per altri caratteri possono considerarsi proprie dei processi putrefattivi. Il moltiplicarsi dei batteri abituali nelle acque esaminate va attribuito al lento ricambio, che avviene nelle polle di scarsa portata e per giunta non sottoposte al regime della libera erogazione, che si ha solamente nell'acqua da tavola "Orianna". In tali casi è raro che i reperti quantitativi siano in perfetta concordanza con quelli qualitativi, anche quando questi ultimi si presentano di una perfezione indiscutibile.
Ciò posto il Batteriologo non esita a dichiarare che le sorgenti di Carignano - Bevana, Angiolella e Orianna - presentano delle caratteristiche microbatteriologiche tali, da indurre la più sicura persuasione, che esse siano al riparo da qualsiasi inquinamento».
Considerazioni e conclusioni
Dal punto di vista igienico sussistono dunque delle garanzie intrinseche per l'assenza di inquinamento delle acque esaminate, sia perché le singole scaturigini provengono con decorso ascendente dalle argille e probabilmente da profondità tale da restare perfettamente al riparo da inquinamenti (ciò che viene avvalorato, oltreché dalle opere di allacciamento, di conduzione, di raccolta e di erogazione, anche dalla temperatura costante delle acque in discorso), sia perché i dati risultanti dagli esami, specialmente nei riguardi dell'assenza dei nitriti e dell'ammoniaca, stanno a dimostrare che le vene idriche esaminate non vanno soggette a temibili influenze dall'esterno. Con tale criterio concordano pure i risultati ottenuti dagli esami batteriologici eseguiti, che portano alla conclusione che tali acque si possono ritenere potabili dal punto di vista batteriologico; e concorda pure il fatto di non essersi fin qui constatato casi di infezione intestinale nelle numerose persone, che nel volger degli anni hanno fatto uso delle acque di Carignano. A ciò si aggiunge la vasta zona di protezione creata intorno alle sorgenti, la mancanza di causa di inquinamento del soprasuolo ed il metodo di erogazione, che stanno ad assicurare il mantenimento della purezza delle acque, ed anche lo stato sanitario della località e di quelle circostanti, dove normalmente non si verificano casi di infezione tifica o paratifica.
Quanto agli usi terapeutici delle acque, si può in generale dire:
- che le acque del primo gruppo "Sorgente Bevana" sono fortemente purgative e quindi da non usarsi se non diluite con ⅔ circa di acqua della sorgente "Orianna", e che contenendo anche iodio possono servire benissimo per bagni salso iodici indicatissimi nelle affezioni scrofolose, cutanee, nell'artrismo cronico ed in altre forme di alterato e lento ricambio;
- che quelle del secondo gruppo "Sorgente Angiolella" può essere usata in tutte le malattie intestinali e degli organi annessi, in cui siano consigliabili le acque cloro-sodiche, (atonia intestinale, catarro gastroenterico cronico, ingorgo epatico, itterizia catarrale, escluse le forme ulcerative dell'intestino e le forme di calcolosi epatica), salvo non eccedere nella quantità, specialmente negli individui ipertesi, e preferibilmente da usarsi allungata con un terzo acqua "Orianna"
- che le acque del terzo gruppo "Sorgente Orianna" a bassissima mineralizzazione, e ad azione perciò diuretica, sono acque da tavola e adatte in alcune forme di alterato ricambio materiale (uricemia, renella, calcolosi, obesità ecc.).
Lo Stabilimento non manca di servizio sanitario e di consulenza sanitaria. La cura viene poi resa piacevole dalla bellezza della località ove sorge lo stabilimento, in posizione amena, con la vista del mare e dei monti, con piantagione abbondante, con passeggiate dilettevoli, e con il conforto di comodo albergo. Diverse corse automobilistiche mettono in comunicazione lo stabilimento con la città e con la vicina Pesaro e quindi con stazioni ferroviarie e con stabilimenti di bagni marini.
Fano, 22 Giugno 1923
Dott. Pinzani Enrico
Ufficiale Sanitario del Comune di Fano