Articolo del Corriere Adriatico con un'analisi della bozza del nuovo Atto Aziendale dell'Azienda Sanitaria Territoriale di Pesaro Urbino e che, da ultimo, fa riferimento anche ai 50 posti letto di ortopedia (per una ricostruzione della vicenda dei 50 posti letto si veda "Fabbisogno opedaliero e mobilità passiva")
L'AST potenzia Fano, a Pesaro si rafforzano emergenza e chirurgia. L'atto aziendale rende autonomi al Santa Croce pronto soccorso e cardiologia
Pergola integrata con l'ospedale della costa, a Urbino confermati tutti i servizi
di Lorenzo Furlani
(dal Corriere Adriatico del 23/01/25)
Un unico presidio ospedaliero che comprende gli stabilimenti di Fano, Pergola, Pesaro e Urbino.
È l'organizzazione dei servizi per malati acuti dell'Azienda Sanitaria Territoriale di Pesaro Urbino, disciplinata dall'atto aziendale che vede la luce dopo una lunghissima gestazione e un notevole ritardo rispetto ai tempi annunciati.
Il direttore generale Alberto Carelli l'ha predisposto sulla base della bozza dell'ex direttrice Nadia Storti: è il documento su cui si svolge il confronto con i sindacati e i sindaci.
Un atto che verrà inviato, dopo la delibera con eventuali integrazioni del collegio di direzione, all'approvazione della giunta regionale, che ovviamente lo potrà emendare.
L'ultimo atto della riforma
Si tratta dell'ultimo atto (dopo il piano socio sanitario del 2023 e la legge 19 del 2022) della riforma della giunta regionale Acquaroli di centrodestra, che ha cambiato profondamente l'assetto del servizio sanitario regionale.
In modo molto significativo, il processo iniziò nel 2021 con la revoca del project financing per la costruzione dell'ospedale unico di Pesaro e Fano.
Al forte accentramento dei servizi, è stato sostituito un disegno che applica in forma modulare il modello organizzativo hub e spoke con «un'organizzazione degli stabilimenti - scrive Carelli nell'atto aziendale - volta a garantire lo sviluppo di ospedali di alta specializzazione e di strutture minori diffuse su tutto il territorio».
L'obiettivo è affrontare le criticità esistenti, in particolare la mobilità passiva fuori regione per prestazioni di ortopedia e chirurgia.
L'esito della riforma si deciderà proprio nella provincia pesarese dove l'Ast 1, nata sulle ceneri dell'Area Vasta 1, incorpora anche i servizi dell'ex azienda ospedaliera Marche Nord.
Il risultato è una cura dimagrante:
- dipartimenti da 21 (9 Area Vasta+12 Marche Nord) a 18;
- strutture complesse da 95 (50 Area Vasta+45 Marche Nord) a 92;
- strutture semplici da 134 (73 Area Vasta+61 Marche Nord) a 133.
Eliminate le duplicazioni delle strutture amministrative, tecniche e professionali non sanitarie, passate da 20 a 13.
Quattro stabilimenti
Sul piano sanitario ed ospedaliero, invece, vengono cristallizzate le precedenti strutture con alcuni significativi cambiamenti, che indicano l'indirizzo della riorganizzazione.
In sintesi, Pesaro mantiene il ruolo centrale per i percorsi di emergenza urgenza e la chirurgia di alta complessità.
Nascono un'Unità Operativa Complessa (UOC) di emodinamica e cardiologia interventistica e un'Unità Operativa Semplice Dipartimentale (UOSD) di chirurgia toracica generale e mininvasiva.
Inoltre, si dà autonomia di gestione, rispetto all'ospedale di Fano, a ostetricia e ginecologia, elevate a loro volta a UOSD anche per contrastare l'esodo delle mamme verso la Romagna.
Fano è l'ospedale che viene maggiormente rafforzato. Secondo Carelli, ha un ruolo strategico per la chirurgia non solo di day surgery multispecialistico ma anche di alta complessità (otorinolaringoiatria, senologia e oculistica).
Vengono costituite due UOC: il pronto soccorso, che registra i maggiori accessi in provincia (secondo in regione dopo Ancona), e la cardiologia con l'unità di terapia intensiva.
Inoltre, Fano è «un punto nodale per l'area medica specialistica».
In prospettiva è prevista anche la nascita di una UOSD (autonoma da Pesaro) di diagnostica per immagini. Ma la Breast unit, contrariamente ai recenti annunci, non acquista posti letto autonomi.
Nell'ospedale di Pergola sono confermate le attuali attività di chirurgia e area medica di media e bassa intensità e di riabilitazione, con la creazione del pronto soccorso (UOSD) e l'integrazione ospedaliera in particolare con Fano e non più Urbino (anche se resta la UOC direzione medica stabilimenti di Pergola e Urbino).
Urbino vede confermati i suoi servizi, Breast unit compresa. «Rappresenta - rileva Carelli - un punto di riferimento fondamentale per la popolazione dell'entroterra».
Non indicati i posti letto
In sostanza si realizza il disegno nato nella scorsa legislatura nell'assemblea dei sindaci dall'opposizione all'ex governatore Ceriscioli.
Un progetto al quale, però, mancano ancora i numeri, ovvero la distribuzione dei posti letto ospedalieri, bypassata nell'atto aziendale per evitare problemi alle prossime elezioni regionali.
Così, tra l'altro, salta anche l'assegnazione dei 50 posti letto di ortopedia congelati dal 2018 per una clinica privata convenzionata che ormai da 4 anni è uscita dai programmi regionali.