Trascrizione dell'intervista a Tiziano Busca
Segretario provinciale del PSI ed ex funzionario Azienda Marche Nord
"Seri alla fine è stato uno dei peggiori sindaci": lo afferma Tiziano Busca, segretario provinciale del PSI con il quale abbiamo parlato di visione di città unica "che è mancata prima e manca anche adesso: si ragiona a spot", di PRG: "va approvato, ma si risolva con un confronto serio anche con i cittadini il problema delle criticità delle aree". Per Busca "dopo gli errori della giunta Seri, l'errore che sta facendo il centrodestra è di presentare progetti preconfezionati, senza chiarezza e senza confronto".
Ioni: Questa mattina parliamo di politica, è qualche giorno che non lo facciamo siamo sempre attenti a quello che accade nel nostro territorio, garantendo, come è nostro impegno preciso, inteso come RadioFano, di dare la voce a tutti, compatibilmente ovviamente con gli spazi a disposizione.
Questa mattina vogliamo ascoltare il Partito Socialista e diamo il nostro buongiorno al segretario provinciale Tiziano Busca.
Busca: Buongiorno Anna Rita, buongiorno ai radioascoltatori.
Ioni: Innanzitutto Partito Socialista. Partito Socialista sembra un po' a volte di parlare del tempo dei dinosauri, quando c'era il Partito Comunista, la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista.
Esiste ancora il Partito Socialista in senso vero, non come simbolo, ma come attività, come progettazione, come impegno. Cosa è oggi il Partito Socialista?
Busca: Il Partito Socialista esiste ancora, esiste con minor forza rispetto a dieci anni fa, però ha ripreso la sua attività. Tra l'altro il Partito Socialista è fortemente presente nelle regioni meridionali, meno nelle aree settentrionali.
Anche qui bisognerebbe tentare di capire il perché e le ragioni, perché dove il PD pesa meno il Partito Socialista esiste, dove il PD pesa molto il Partito Socialista non esiste più. Quindi questa famosa operazione di pulizia nelle regioni del nord Italia è riuscita meglio, pulendo anche le presenze che i socialisti avevano nelle organizzazioni.
Ioni: Anche se il PD tanto forte nel nord non è che...
Busca: Ma molto di più di quello che è nel meridione, perché è una percentuale del 22-23% nelle regioni.
Ma il tema vero è che l'assenza di una politica socialista ha pesato all'interno del centro-sinistra. Ci hanno provato in tutti i modi: campo largo, campo stretto, gioco a destra, gioco a sinistra, però meno socialismo, meno sinistra in Italia e meno consenso elettorale. Questo è il dato certo.
Ci vorrebbe il coraggio da parte della politica del PD, che oggi insegue posizioni molto radicali e poco riformiste, di ritornare a discutere su quello che è l'idea di sinistra in Italia, che non può essere quella di una visione così come viene rappresentata dall'attuale PD.
Ioni: Diciamo che questo mi porta, quello che ha detto, mi porta per forza di cose a guardare un attimo indietro a Fano, che cosa è accaduto nelle elezioni comunali fanesi.
Come Partito Socialista avete molto contestato la politica portata avanti dal sindaco Seri, che ha sempre detto di avere l'anima socialista, ma poi aveva lasciato i socialisti per aderire ad Azione, non senza frizioni con Azione locale, appunto lo stesso rappresentato da Marchegiani.
Diciamo che comunque in quel momento, in cui si doveva capire come fare le alleanze in vista delle elezioni comunali a Fano - con un centrodestra che, bene o male, si è presentato dopo un po' di travaglio sull'individuazione e accettazione o meno del candidato, si è trovato tutto compatto attorno alla figura di Serfilippi - il centrosinistra si è spaccato.
Le primarie sono state ad un certo punto divisive, il Partito Socialista ha scelto di appoggiare Marchegiani, figura riconosciuta valida sul piano umano, politico, coerenza politica da tutti, però a questo punto vorrei fare una domanda al Partito Socialista che si è trovato insieme a Sinistra Italiana ad appoggiare Marchegiani e insieme anche al Movimento 5 Stelle.
Dicono che sia stato determinante nella scelta del candidato il "no" espresso da Cesare Carnaroli nei confronti di una candidatura a sindaco del Movimento 5 Stelle, Panaroni era in campo, innanzitutto è vero appunto che c'è stato questo "no" e forse non poteva essere... rappresentare quella novità, quella voglia di cambiamento che in fin dei conti Fano ha dimostrato di volere votando poi, eleggendo al primo turno Serfilippi?
Busca: Ma intanto due cose: sulla proposta di Panaroni, poi la candidatura di Marchegiani, è evidente che nella composizione degli accordi politici si arriva a una mediazione e quindi questo percorso, indiscutibilmente senza giudicare il valore delle persone, ha portato a scegliere un candidato che apparteneva ad un'area politica su cui tutti poi hanno condiviso la scelta.
La seconda questione è legata al perché si è venuta a formare la lista dei progressisti, perché dall'altra parte qualcuno, ed è questo il discorso della famosa anima del nostro ex sindaco Seri - sull'anima hanno discorso filosofi, teologi, Seri non so da che parte abbia l'anima socialista - però di fatto è che noi raccontiamo oggi di un ex sindaco che "volge gli occhi al cielo" aspettando probabilmente una grazia.
Perché quello che ha fatto dentro questa città - oltre ad aver distrutto il tessuto sociale, perché ha sponsorizzato un'idea di divisione permanente creando francobolli in un corpo sociale cittadino - ha fatto sì che ha diviso anche il corpo della politica.
Perché non si sostengono quattro candidati sindaco all'interno di una coalizione di centrosinistra e si chiede agli altri, che chiedevano di partecipare ad una competizione elettorale per far vincere il centrosinistra, non per farlo perdere - perché se si sommano i voti del polo progressista e del centrosinistra, Fano ancora era governata da un sindaco di centrosinistra - ci siamo trovati di fronte a dei vincoli così forti e così indisponibili, per cui si è arrivati alle primarie, cose che nessuno da parte nostra richiedeva, ma nessuno poneva veti su quelle che potevano essere le candidature che dovevano governare la città.
E allora l'idea di pensare di costruire da soli un percorso politico ha fatto sì che la città ha giudicato, ma già ha giudicato dal primo confronto delle primarie, quando il corpo sociale pur essendo guidato da una giunta uscente con quattro assessori, tutta una maggioranza e quant'altro, ha portato al voto pochissimi cittadini, il che significava che l'offerta politica non era gradita.
Abbiamo tentato di ripercorrere la strada di un confronto, di una discussione, si è deciso che i due candidati che avevano preso il maggior numero di preferenze dovevano andare per essere candidati. A quel punto è evidente che il desiderio di non costruire un fronte comune era manifesto e chiaro e quindi questa città ha perso.
Ma non ha perso perché i partiti si sono divisi, ha perso perché la città ha giudicato l'operato di quello che stava accadendo.
I cittadini hanno giudicato le attività della giunta precedente e io da cittadino non posso criticare la scelta dei fanesi, perché se debbo guardare dico "beh, abbiamo amministrato male".
Ioni: Ecco detto questo c'è un discorso che si chiede sempre in fin dei conti a chi governa: di non governare a spot, ma di avere una visione di città.
Si era tentato di avere una visione di città da parte dei due mandati della giunta Seri, con l'operazione Fano 2030-2050 o cose del genere, e anche la nuova amministrazione ha fatto la sua campagna elettorale puntando sull'idea di visione della città.
Ecco ma quale sia questa visione - quella che proponeva Seri, quella che propone adesso Serfilippi - vi è chiara o no?
Busca: No, non è chiara per due ordini di ragioni uno di tipo politico e uno di tipo diciamo strettamente sociale cittadino.
Quella di tipo politico è che il progetto di città sconta una limitata azione di governo di tutte le giunte che si sono susseguite e ogni volta che c'è un cambio di maggioranza o comunque un nuovo fronte di governo della città si ridiscute tutto il modello, non capendo che c'è un disegno che è un filo comune che deve appartenere a tutti che riguarda Fano, il suo contesto, il suo complesso e la sua crescita e il resto che è la praxis amministrativa quotidiana, dove di fatto chi governa ha visioni da dare in maniera concreta risposte su dati ed elementi oggettivi, che molte volte hanno un carattere politico ma in tanti aspetti sono di carattere amministrativo.
L'altro aspetto è che c'è un corpo sociale della città che è totalmente assente e quindi Fano sembra coperta da una cortina di nebbia dove nulla emerge, tranne il fatto che queste realtà così divise di volta in volta si presentano.
Il fatto di Chiaruccia, il fatto dell'operazione al porto, il fatto di quelle che sono state le opere che oggi sono in grande discussione critica, Rastatt e quant'altro, che cosa dice?
Dice che si è perso quel filo di progetto e bisogna recuperarlo e lo sforzo dovrebbe essere da parte di tutta la politica, di chi governa e di chi è all'opposizione, di immaginare una Fano che risponda ai bisogni di una modernità e ai bisogni di una forte capacità di investimento
Perché nei settori produttivi, se non arrivano risorse che sono anche esterne al corpo produttivo della città, è evidente che viaggiamo su un livello che invece di farci crescere ci fa mantenere stazionari o perdere le posizioni.
Ioni: Mi sembra di capire che l'accusa sia quella di non avere una visione di città nella sua completezza.
Detto questo, ci porta poi al piano regolatore, che è un po' quello che disegna la città dei prossimi decenni.
Piano regolatore presentato a fine legislatura dall'assessore all'urbanistica Fanesi con quell'emendamento inserito dal sindaco Aguzzi che permetteva l'insediamento di industrie insalubri.
Busca: Seri, non Aguzzi.
Ioni: Seri, cos'ho detto?
Busca: Aguzzi.
Ioni: Seri, perché poi ritornerebbe al piano Aguzzi (ecco in questo senso è stato un errore mentale).
Diciamo che ha permesso l'insediamento di industrie insalubri all'ex zuccherificio, perché poi si dice polo logistico, però si parla di industrie insalubri nel piano regolatore e che è tornato dalla provincia, adesso deve decidere l'amministrazione comunale se approvarlo o non approvarlo.
Con posizioni che sono emerse proprio da questi microfoni già molto diverse, perché Mascarin ha detto è stato un errore di Seri aver inserito, non si può continuare nell'errore, quindi il piano regolatore va bocciato.
Se il piano regolatore venisse bocciato non ci sarebbe la previsione delle industrie insalubri all'ex zuccherificio, ma si tornerebbe a quello di Aguzzi che sul piano urbanistico è molto più invasivo, insomma, come colata di cemento.
Poi c'è il Partito Democratico, Sara Cucchiarini ha detto è stato un errore, ha riconosciuto appunto che sia stato un errore quello, però dice bisogna approvarlo, però prima di decidere poi le varianti che cosa fare ragioniamo tutti insieme maggioranza, opposizione e cittadini su cosa sia veramente di meglio per la città.
Da parte dell'assessore Manocchi e da parte della Lega, espresso da Brandoni, c'è non un rifiuto a approvare il piano regolatore, un'apertura potrebbe esserci e questa proposta di permuta fra l'ex zuccherificio e l'area di Chiaruccia. suggerita dagli stessi privati, piace all'amministrazione che guida la città alla giunta di centrodestra, ma fa gridare al "ci batteremo fino alla fine" a chi dice che Chiaruccia è troppo importante per ospitare un'industria insalubre.
Il discorso è ampio e complesso. il tempo è molto poco, la posizione appunto del Partito Socialista...
Busca: Allora, noi pensiamo che il piano regolatore vada approvato, pensiamo però che l'approvazione non possa avvenire in maniera indolore.
Una volta esisteva un patto tra i gentiluomini, un'espressione che di fronte ai problemi complessi che il piano regolatore pone in questo momento a Fano, l'area di Chiaruccia ed altre realtà, sarebbe opportuno che da parte della maggioranza vi sia la consapevolezza che un impegno nell'approvazione comporta anche l'impegno a trasformare quelle parti di criticità che oggi vengono espresse - una di queste, indiscutibilmente, è quello che ha fatto Seri quando ha presentato la norma che modificava l'indirizzo urbanistico nell'area di Ponte Metauro e poi di Chiaruccia - perché è evidente che crea un problema di fondo (che è anche di carattere diciamo legato al valore dell'espressione), un conto è il polo logistico, un conto può essere un'area di stoccaggio, Seri racconta che i contatti con la ditta, dove doveva stoccare quest'area, dovevano permettere questo tipo di operazione.
Un'area di stoccaggio non è un polo logistico, quindi bisognerebbe discutere un po' bene e capire se serve il polo logistico, teniamo conto che c'è da completare tutta l'area industriale di Torno...
L'altro elemento, su cui noi non siamo assolutamente d'accordo, è il famoso cambio dei pacchi tra l'area di Ponte Metauro e Chiaruccia, ma per una ragione molto semplice perché la domanda che viene fatta l'amministrazione comunale è perché io con un'auto nuova appena uscita dalla fabbrica debbo andare a fare il cambio con un'auto che mi viene data dallo sfasciacarrozze.
C'è un tema di fondo: quando i proprietari hanno comperato l'area di Ponte Metauro sapevano benissimo la loro destinazione, che non era all'epoca quando hanno acquisito all'asta i terreni con la destinazione che Seri ha proposto successivamente, quindi non hanno ottenuto nessun danno, hanno solo un vantaggio, anzi doppio, di andare in un'area vergine che è quella di Chiaruccia con potenzialità nuove, senza che questo sia un tema che la città abbia discusso.
Perché il tema dell'area non è il tema del comitato di Chiaruccia, è il tema di Fano, noi qui ragioniamo sempre per dimensioni di territorio minimo: perdiamo la visione e il contesto della città.
Quindi, per sintesi, il piano regolatore deve apportare, nel caso di un'approvazione su cui noi condividiamo la scelta, quelle modifiche che permettono di ripristinare le posizioni originarie di quello che era il territorio prima della variante al piano regolatore che, voglio ricordarle, è stato presentato l'ultimo giorno del Consiglio Comunale, il che dice molto come questo tipo di governo che ha gestito Fano ci sia arrivato con le modifiche.
Ioni: Mi sembra di capire comunque che è d'accordo con quello che ha detto a questi microfoni l'avvocato Tiziana Massaro, che ha detto ci guadagna solo la proprietà...
Busca: Assolutamente sì.
Ioni: e comunque in ogni caso va discusso nell'ambito appunto di quello che serve veramente alla città.
Detto questo, due battute quindi andiamo velocemente, perché vorrei toccare due aspetti, io ricordo che Tiziano Busca è stato responsabile URP, l'ufficio rapporti con il pubblico, a tempi dell'Azienda Marche Nord e quindi di sanità se ne è occupato da dentro, diciamo sotto un certo aspetto, ecco, la situazione della sanità di oggi nella nostra provincia, in cui è saltata l'ipotesi che è stata perseguita e mai realizzata veramente per tanti anni, un ospedale unico che servisse tutto il territorio con specializzazioni, eccetera, è una situazione di sanità che oggi vede: un ospedale di Fano in cui si fanno interventi e si fanno scelte di contenitori molto ancora non sappiamo bene dei contenuti, Pesaro è un ospedale che dovrebbe partire dovrebbe realizzarsi ma sarà un ospedale sempre di primo livello, Urbino su cui si sta puntando molto, Pergola che è nell'entroterra l'ospedale salvato, diciamo così, ecco, la situazione della sanità oggi come la vede chi ci ha lavorato dentro, al di là dei contenitori, poi, soprattutto i servizi.
Busca: La "sanità" della sanità oggi è una situazione veramente critica, difficile e disastrosa.
Perché impedisce l'accesso ai cittadini all'interno dei servizi e l'indice di lettura non sono le liste d'attesa, perché quello è un sistema che a volte è anche deviato da una serie di iper-prescrizioni o per iper-richieste, va visto sui trasporti sanitari.
Nei trasporti sanitari si legge le persone che entrano e che escono dal servizio.
Se voi chiedete, giornalisti addetti al settore della comunicazione, come stanno le aziende di trasporto sanitario nella nostra provincia vi diranno che i viaggi sono diminuiti di oltre il 30-35 per cento per le attività non in emergenza, per le attività programmate.
Cosa vuol dire? vuol dire che la gente non entra più nei servizi.
Perché non entra più nei servizi? perché le liste d'attesa sono troppo lunghe, perché i costi per accedere ai servizi sono quelli di natura privatistica, ma che non ti permettono di entrare poi direttamente nelle attività e quindi questo è un percorso gestito male dall'assessore regionale, che non ha compreso che aveva una Ferrari, che era il Centro Unico di Prenotazione, ma siccome ha voluto togliere i cannelli della benzina dal serbatoio a questo punto ha creato tanti serbatoi esterni di gente che aspetta la visita, ma che non arriverà mai.
Questo è un primo problema, secondo problema una visione vecchia della programmazione sanitaria.
Noi non possiamo pensare che la sanità sia tutta negli ospedali, è nel territorio, e se non qualifichiamo gli ospedali per cui: Fano area clinica, Pesaro area chirurgica, Urbino area della terza età della fragilità, noi non attiriamo più professionalità, competenze, funzioni... oggi si parla di un fritto misto e quindi a questo punto tutto dappertutto.
Tutto dappertutto non serve più, basta fare un salto arriviamo in Emilia Romagna, non perché è l'esempio, ma perché è il modello su cui la modernità della salute ancora regge.
Ioni: Diciamo che uno dei problemi che vengono spesso evidenziati è che non ci sono i medici, non si sono i medici per la difficoltà di accedere alle facoltà di medicina, ma l'ordine dei medici dice che non si può aprire in modo sconsiderato perché poi... bisognerebbe avere la possibilità di programmare: quest'anno servono tanti medici, quindi all'università entrano...
Il problema del personale medico c'è, anche perché poi c'è il personale medico che preferisce andare fuori, certi settori dove non puoi fare attività privata non sono appetibili, quindi devi fare le cooperative che costano molto di più, danno servizi molto più scarsi, eccetera
Una università privata come la Link University risolve in qualche modo il problema, tenendo conto che per avere medici specializzati passeranno 11 anni, quindi non è un problema che si risolva adesso, e poi se ci riusciamo in due minuti ad attaccarci anche Palazzo Marcolini alla Link University, come la vede?
Busca: Allora, io non sono per le università private, ma non sono ostile alle novità e alle proposte, vorrei capirle bene, se qualcuno ce le spiega io ritengo che sia utile avere un'università di natura privata anche a Fano perché io scelgo quello che mi offre il mercato.
Tema di fondo è perché le università pubbliche non sono in grado di porsi diversamente rispetto al territorio nella provincia di Pesaro, su un tema così complesso come quello della sanità, perché se io arrivo in Emilia Romagna ci sono sette università in una regione che è semplicemente il doppio della nostra.
Ora qualcosa non funziona, dove? io non lo so, però se nasce un'università privata a Fano io ritengo che noi dobbiamo guardare con attenzione la proposta, quindi capire bene che cosa comprende la proposta.
Palazzo Marcolini è un utilizzo di una struttura che può essere data in maniera utile all'Università Link, ma se questo è all'interno di un contesto dove il progetto università a Fano si lega, noi abbiamo un consorzio universitario dove c'è la Fondazione.
Perché l'amministrazione, anziché di chiudersi nelle stanze e decidere comunicare con bandi, non si apre e propone un tavolo comune di riflessione sulla formazione universitaria a Fano e l'università in questa città, non sarebbe una grande novità perché nel novecento ce l'avevamo e non è che qualcuno arriva a fare il genio della lampada.
Però quello che manca è che ci sia questo contesto di relazione che evidentemente crea le fazioni, i tifosi da una parte e dall'altra, perdendo di vista l'obiettivo, perché un'università gestita con intelligenza cambia il paradigma nel modello della struttura sanitaria, perché io ho bisogno di mandare gli specialisti all'interno delle strutture sanitarie
Questo vale sia per il polo logistico che per tutto, cambiamo il modo di fare la politica.
Ioni: Non abbiamo tempo di aggiungere nient'altro, siamo arrivati alla fine di questa chiacchierata per la quale ringraziamo Tiziano Busca, segretario provinciale del Partito Socialista